Innanzitutto chi è il consulente della coppia e della famiglia (o semplicemente consulente familiare)?

Il Consulente della coppia e della famiglia è il professionista socio educativo, si può dire  “professionista delle relazioni umaneche, “ con metodologie specifiche , aiuta i singoli (bambini adolescenti, adulti), la coppia (coniugale o genitoriale),  il nucleo familiare a mobilitare, nelle loro dinamiche relazionali , le risorse interne ed esterne per affrontare le situazioni difficili ” nel rispetto delle convinzioni etiche dell’utente.

Il Consulente della coppia e della famiglia fin dalla sua nascita lavora nel settore della coppia e della famiglia, nei consultori, negli studi associati, nei centri per la famiglia, nei punti di ascolto parrocchiali, privatamente, dando così un’impronta netta alla sua identità professionale. Si occupa di  tutto il ciclo familiare fin dalla sua origine: dall’individuo in relazione alla sua famiglia, alle coppie di fidanzati, alle  coppie di persone sposate o conviventi, alle coppie di genitori e all’intero gruppo familiare, che affrontano le normali difficoltà della vita e dei cicli della famiglia.

Secondo il profilo tracciato dall’A.I.C.C.eF., l’Associazione professionale che ne tutela la professione, Il Consulente della coppia e della famiglia, più semplicemente chiamato Consulente  familiare, è attivo nell’esercizio delle sue funzioni:
a) Attua percorsi centrati su atteggiamenti e tecniche di accoglienza, ascolto e auto ascolto che valorizzino la persona nella totalità delle sue componenti.
b) Si avvale di metodologie specifiche che agevolano i singoli, la coppia e il nucleo familiare nelle dinamiche relazionali a mobilitare le risorse interne ed esterne per le soluzioni possibili.
c) Si integra, ove occorra, con altri specialisti.
d) Agisce nel rispetto delle convinzioni etiche delle persone e favorisce in esse la maturazione che le renda capaci di scelte autonome e responsabili.
e) E’ tenuto al segreto professionale.
f) si aggiorna e si forma costantemente, mediante corsi formativi ed esperienziali.

Che tipo di esperienza è una consulenza familiare? 
La consulenza familiare è proprio un’esperienza relazionale che mediante un percorso (non terapeutico) che si basa sulla relazione consulente-cliente,  si svolge nel Qui ed Ora. Noi siamo professionisti che mediante, l’ascolto  cerchiamo di aiutare la persona a concentrarsi sul suo presente, sul momento di crisi o difficoltà che vive, per dare un senso a ciò che sta accadendo. In certi momenti bisogna gettare uno sguardo serio e pulito sulla propria vita, per prendere una decisione importante o per fare fronte a un momento di crisi: è su questo che ci si concentra durante un incontro in consulenza.

E in che modo può essere d’aiuto un consulente? 
tramite la relazione d’aiuto,  Con un approccio aperto e attento si cerca di stimolare la persona ad attingere alle proprie capacità, senza mai dare giudizi e neanche consigli. Il metodo che usiamo si chiama “ascolto attivo”, e ha tre componenti fondamentali:  intervento non direttivo , empatico e non giudicante. In linea con questi principi, si inizia un dialogo e si prosegue insieme seguendo un percorso preciso:
Per prima cosa la persona deve sviluppare una consapevolezza di ciò che sta succedendo.
Questa nuova e più chiara coscienza porta all’individuazione di un obiettivo da perseguire.
Quindi cerchiamo di far emergere le risorse proprie della persona, che nel momento di difficoltà appariranno offuscate o addirittura sconosciute.
Ed infine la persona attiverà la capacità di prendersi la responsabilità delle scelte che man mano lo porteranno al cambiamento desiderato, oppure a dare significato al momento di crisi e superarlo.

Sembra qualcosa di molto bello! Chiunque può chiedere di iniziare il percorso? 
Indipendentemente dalla cultura, dalla condizione sociale ed economica, dalla religione o provenienza, il consultorio accoglie coppie, singoli, famiglie che vivono difficoltà di comunicazione e dialogo, conflitti e disarmonie, disagi di natura relazionale, personale, di incomprensione, di incertezza, o quant’altro. Quindi possono accedere tutti coloro che hanno necessità di essere accompagnati nel qui ad ora a superare tale momento di difficoltà. Mediante un primo colloquio di accoglienza, il consulente presenterà all’interessato  le modalità ed il numero di incontri (circa 10 con un tempo di colloquio di 50 minuti)  specificando che il percorso si baserà sulle difficoltà del qui ed ora.

Che preparazione deve avere un consulente? 
Il percorso di formazione dura 3 anni, ed è al tempo stesso teorico ed esperienziale: il consulente, cioè, lavora prima di tutto sulla propria esperienza di vita prima di poter assistere un’altra persona, ed è protagonista di una forte crescita. Al termine del corso, superati gli esami richiesti , viene rilasciato un diploma valido ai sensi di legge e riconosciuto dall’AICCeF. Il percorso di formazione si svolge presso una scuola, io mi sono formata presso la scuola per consulenti di Palazzo di Assisi che fa  capo al consultorio “La Famiglia” di Roma. 
Al termine dei 3 anni di scuola Poi si svolge un tirocinio, che prevede di assistere ad alcune consulenze con un formatore: questo periodo ha la durata di circa un anno e mezzo, e si conclude con un esame finale.
I formatori continuano a supervisionare il lavoro di noi consulenti anche dopo la fine del percorso di formazione, con delle verifiche mensili durante le quali si discute delle difficoltà incontrate durante le consulenze.

Non è poco! Di sicuro c’è un gran lavoro dietro tutto questo. Come si regge la struttura?
La maggior parte di noi è iscritta all’AICCeF, che ci forma e ci tutela. L’AICCeF è un’Associazione professionale che, in base allo Statuto, tutela la professionalità dei propri iscritti, tiene ed aggiorna l’Elenco professionale di coloro che ritiene abilitati all’esercizio della professione di Consulente di coppia e di famiglia. È iscritta al CoLAP (Coordinamento delle libere associazioni professionali), che è un consorzio di Associazioni professionali.
La consulenza si svolge per lo più con un sistema di volontariato: non chiediamo un compenso per noi, ma solo una libera offerta per il consultorio o la parrocchia nella quale lavoriamo, insomma per aiutare l’associazione ad andare avanti.

Chi devo contattare per avere maggiori informazioni, se sono interessato a fare questa esperienza?
Angela 3384306402